Secondo quanto riportato nel Report Annuale 2021 della Banca d’Italia, nel 2020 il PIL italiano ha registrato un calo del 8,9%.

Gli effetti della pandemia che hanno colpito l’economia sono stati diversi: la riduzione delle attività globali, delle esportazioni, degli afflussi turistici, la diminuzione della mobilità e dei consumi, la riduzione degli investimenti. La pandemia ha aggravato notevolmente una situazione di decadenza che in Italia si protrae da quasi 15 anni, determinando in un solo anno la perdita di 435 mila posti di lavoro e un incremento del debito pubblico di 159,8 miliardi. Il Prodotto Interno Lordo italiano reale è passato dai 1.812,4 miliardi del 2019 ai 1.651,6 miliardi del 2020; il debito pubblico reale, in costante crescita, ha invece raggiunto nel 2020 2.569,3 miliardi, aumentando di circa 159 miliardi rispetto al 2019, anno in cui il debito ammontava a 2.409,9 miliardi.

Quali sono le prospettive future?

Le prospettive di crescita economica futura dell’Italia non sono rosee: il nostro paese difficilmente riuscirà a recuperare il PIL perso in termini reali. L’ostacolo principale alla crescita del PIL è rappresentato dal costante calo della popolazione attiva che determinerà in futuro una diminuzione della ricchezza prodotta, qualora non fossero posti in essere drastici interventi correttivi. Secondo il report Istat relativo agli Indicatori Demografici del 2020, ad eccezione del Trentino-Alto Adige, tutte le restanti regioni italiane stanno vivendo un decremento demografico. Quello che emerge è che dal 2015 la popolazione residente in Italia è progressivamente diminuita di circa un milione di persone.

Data la continua diminuzione della popolazione italiana e il graduale invecchiamento, l’obiettivo di crescita futura non potrà più essere focalizzato sull’aumento del PIL a livello aggregato, ma bisognerà puntare sul miglioramento del PIL pro capite, indice del livello di benessere individuale dei cittadini. Il PIL pro capite è, infatti, l’indicatore che generalmente viene utilizzato per esprimere il livello di ricchezza prodotto da un territorio in un certo periodo, per singolo abitante. L’incremento del PIL pro capite, pertanto, sarebbe un obiettivo più idoneo per definire i piani di crescita del nostro paese.

Come migliorare il PIL pro capite italiano?

Per poter ottenere un aumento del PIL pro capite è necessario intervenire principalmente su due fattori: l’incremento della produttività della popolazione attuale tramite – ad esempio – l’aumento degli investimenti nell’automazione, e il varo di politiche  per un’immigrazione qualificata, per aumentare la popolazione attiva. In particolare, da un lato, l’utilizzo di macchinari robotizzati sempre più evoluti consentirà di compensare la minore disponibilità di manodopera e, in particolare, i fondi europei previsti nel piano Next Generation EU potrebbero favorire e supportare gli investimenti nell’area dell’automazione e del progresso tecnologico delle imprese. Dall’altro lato, l’importazione nel nostro paese di personale qualificato proveniente da altri paesi consentirà di contrastare il trend di decrescita demografica della popolazione attiva.

Per maggiori informazioni contattateci senza impegno presso il nostro ufficio di Roma (RM) allo  +39 3287236407 oppure alla mail  info@rdconsulting.it, saremo lieti di fornire tutte le risposte che cercate!

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