Digitalizzazione, sostenibilità e competenze sono i trend che definiscono lo scenario industriale: macchina e uomo devono andare di pari passo.
La digitalizzazione, che negli ultimi anni – e con l’emergenza sanitaria – ha subito un momento decisivo di forte velocizzazione, sta diventando sempre di più il volto delle aziende del futuro. Oltre agli enormi vantaggi che porta in termini di produttività, segna anche un importante impatto sulla riduzione degli sprechi, delle emissioni e dell’utilizzo smodato delle risorse.
Le smart technology, essendo particolarmente efficaci nel monitorare ed analizzare i consumi applicati alla gestione operativa, possono dare un enorme contributo nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Sembra, quindi, evidente che – in una prospettiva futura – produttività e sostenibilità possano andare a braccetto, solo se coadiuvate dalla digitalizzazione.
A questi due pilastri, si deve affiancare necessariamente un terzo elemento: il capitale umano. Se, infatti, è vero che da un lato la tecnologia ha soppiantato l’attività dell’operatore umano, richiedendone unicamente il supporto e in taluni casi sostituendolo completamente; dall’altro, la necessità di lavoratori altamente specializzati in grado di far funzionare la fabbrica intelligente sta diventando e diventerà sempre più impellente.
La richiesta è, dunque, quella di competenze assai diverse e specializzate: è proprio per questo motivo che la formazione riveste un ruolo strategico nello sviluppo della smart factory.
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