Meno oneri per le imprese, ma anche più incertezze interpretative.

Il 25 giugno 2025 segna un nuovo snodo per la regolamentazione europea sulla sostenibilità aziendale. Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato la propria posizione negoziale sull’Omnibus I, il pacchetto legislativo che rivede due pilastri fondamentali della governance sostenibile: la Direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale (CSDDD) e la Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD). Con questa mossa, il Consiglio avvia formalmente il confronto con il Parlamento europeo, con l’obiettivo di definire una versione condivisa prima della fine della legislatura. Il contenuto delle norme tocca da vicino anche le imprese italiane, specialmente quelle strutturate e internazionalizzate.

Nel dettaglio, la proposta del Consiglio rivede al rialzo le soglie di applicazione della CSDDD: solo le imprese con almeno 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato saranno soggette agli obblighi. Questo riduce il numero di soggetti coinvolti, ma non elimina le sfide per le catene di fornitura globali e per le imprese più piccole che lavorano con grandi contractor. Infatti, la due diligence sui fornitori resta confermata, ma limitata al primo livello (tier 1), con possibilità di estensione in casi specifici. Una clausola di revisione lascia aperta la porta all’ampliamento futuro. Sul fronte climatico, i piani di transizione perdono il carattere vincolante: non sarà più obbligatorio dettagliare azioni precise, e il riferimento al limite di +1,5°C viene sostituito da un generico impegno verso l’Accordo di Parigi. Inoltre, le autorità pubbliche si limiteranno a verificare l’adozione formale del piano, senza valutarne contenuti o coerenza.

Anche la CSRD subisce modifiche importanti. Il Consiglio propone una soglia di 450 milioni di euro di fatturato per l’obbligo di rendicontazione, ma senza allineamento con la CSDDD, aprendo a potenziali incoerenze. Altresì, viene confermata la possibilità di proteggere informazioni sensibili (come i segreti industriali) e l’esenzione per le controllate già incluse nel bilancio consolidato. Inoltre, la Commissione potrà definire entro ottobre 2026 gli standard di assurance limitata attraverso atti delegati.

Perché tutto ciò riguarda anche te? Anche se le nuove soglie sembrano risparmiare molte PMI dall’obbligo diretto, l’effetto a cascata lungo le supply chain e nei rapporti con stakeholder pubblici e finanziari rende inevitabile una maturazione strategica sui temi ESG.

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