Dal 1° gennaio 2026 entrerà ufficialmente in vigore la nuova Classificazione Italiana dei Dispositivi medici (CID), che andrà a sostituire la precedente CND, in uso dal 2007.
La nuova classificazione è stata concepita per garantire coerenza con la European Medical Device Nomenclature (EMDN), adottata dall’Unione europea per l’integrazione dei dati nella banca dati EUDAMED. La CID ne recepisce i principi e criteri fondamentali, ed è organizzata secondo una struttura ad albero con codici alfanumerici e relative descrizioni. I primi sette livelli della CID corrispondono esattamente alla struttura della EMDN, mentre i livelli successivi sono dedicati all’identificazione specifica di dispositivi con caratteristiche tecniche particolari.
Si tratta, dunque, di un cambiamento rilevante per il settore, formalizzato da un decreto del Ministero della Salute, che punta a migliorare la gestione, la tracciabilità e l’efficienza del sistema sanitario nazionale in materia di dispositivi medici.
L’introduzione della CID ha diversi obiettivi strategici. Mira, anzitutto, a rendere più efficace e appropriato l’uso delle tecnologie sanitarie, soprattutto nelle attività assistenziali del Servizio sanitario nazionale. Inoltre, favorisce un monitoraggio più puntuale dei consumi e della spesa, contribuendo a una gestione clinica più efficiente e a una migliore programmazione degli acquisti da parte delle strutture pubbliche.
La nuova classificazione sarà disponibile nella banca dati dei dispositivi medici a partire dal 2026. Fino a quando EUDAMED non sarà pienamente operativa e obbligatoria, continueranno ad applicarsi le modalità di registrazione già previste dai decreti del 2009 e del 2013. L’inserimento del codice CID nella banca dati, in particolare a partire dall’ottavo livello, sarà regolato da un successivo decreto del Ministero della Salute.
Il processo di elaborazione della CID ha previsto il coinvolgimento della Direzione generale dei dispositivi medici del Ministero della Salute, delle Regioni e Province autonome e del settore produttivo. A conferma dell’importanza attribuita al progetto, la Commissione europea ha affidato proprio all’Italia il compito di sviluppare e mantenere la nomenclatura EMDN, nell’ambito dell’iniziativa SMEMDN, finanziata con fondi del programma EU4Health.
L’adozione della nuova CID si inserisce in un disegno più ampio di riforma e digitalizzazione del settore, come previsto dalla legge di bilancio 2024. L’obiettivo dichiarato è costruire un sistema classificatorio analitico, aggiornabile annualmente, e in grado di assicurare l’univocità nell’identificazione dei dispositivi medici. Il decreto che istituisce la CID prevede la sua adozione formale entro il 30 giugno 2025 e l’entrata in vigore a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo.
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