La costante attenzione a questo tipo di prodotti alimentari rende necessario un continuo aggiornamento sulla normativa di riferimento.
Gli integratori alimentari sono a tutti gli effetti degli alimenti, quindi non hanno molto in comune con i farmaci se non, a volte, le forme utilizzate. A parte questa somiglianza di forme di presentazione, farmaci e integratori sono completamente distinti ed è importante sottolineare che la normativa generale di riferimento per gli integratori è quella sugli alimenti, alla quale poi si aggiungono altre normative specifiche solo per gli integratori alimentari.
Secondo le ultime indagini, quello italiano è il mercato europeo più importante. L’esplosione del mercato degli integratori coinvolge tanto le formulazioni più tradizionali, come i prodotti a base di vitamine e minerali, quanto quelle più complesse a base di preparazioni di piante e funghi, i cosiddetti botanicals. Le stesse sostanze titolate a partire dalle piante rivestono un interessante punto di innovazione e diversificazione del mercato per le aziende. Possono comportare, però, diversi problemi di sicurezza e un continuo aggiornamento normativo a tutela della salute pubblica.
Gli ultimi aggiornamenti a livello europeo sull’argomento botanicals riguardano tre ingredienti: monacolina, epigallocatechinagallato e aloe. Per la monacolina K sarà ammesso l’impiego per dosaggi inferiori ai 3 mg, per i quali saranno previste delle avvertenze di impiego e un monitoraggio; anche per l’epigallocatechinagallato saranno previste delle restrizioni; mentre, per l’aloe e per specie contenenti idrossiantraceni saranno indicate alcune specie vietate e altre sottoposte alla sorveglianza della UE.
In tema produzione di integratori alimentari, la novità più rilevante riguarda la predisposizione di una bozza di norma UNI sulle GMP relative alla produzione di integratori alimentari. Si tratta di un documento, già in consultazione pubblica, che riporta i requisiti per le buone pratiche di fabbricazione nella produzione di integratori alimentari.
Gli stabilimenti di produzione di integratori alimentari devono, infatti, essere opportunamente autorizzati e la competenza di tale attività è gestita a livello regionale, ma la gestione della produzione e i requisiti per la produzione devono ovviamente essere conformi alla normativa nazionale. Il documento, quindi, sarebbe alla base dell’armonizzazione in tema di qualità della produzione di integratori alimentari su tutto il territorio italiano.
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